Il furto





16.07.20 - Victor



Stupéo e la Farfalla in una piazza di San Lorenzo, a Roma. I bambini ridono. Vengono coinvolti nel gioco. Entrano nella storia.

Sono la storia.





Con noi.

Ma nella storia c'è un personaggio che commette ingiustizie. Non è più un gioco. I bambini non lo lasciano parlare. La storia non può più continuare. Il grande albero quercia calma il pubblico furioso e riprendiamo serenamente.


Ma c'è una porta aperta nella storia.


Una porta si apre di notte.

Entrano.

Cercano.

Prendono.

Tutto,

Niente.

Nella confusione, i burattini si sacrificano. Grazie ai burattini. Al risveglio, la maggior parte dei personaggi è dematerializzata. Sono "Dappertutto e invisibili" come dice Dea. Rimangono il vecchio albero saggio e un pipistrello tremante.

Rubati.

Non significa niente.

Non sono nostri.

Siamo di passaggio.

I nostri cari amici Léa e Fabio condividono con noi un laboratorio e una casa, il tempo di rimettere al mondo i fuggiti. La casa aspetta un bambino già da 8 mesi.


Perché ricostruire questi burattini? Perché non scappare anche noi? Cambiare percorso? La domanda non si pone nemmeno. Potrebbe. Chiudiamo le porte e gridiamo dalla finestra.

È lì che intervenite.

A migliaia sollevate la nostra navetta spazio-temporale bloccata e la aiutate a rimettersi in moto. Chi con tre mani, chi con una frase, chi con un pensiero, chi con un pezzo di legno, chi con un paio di ruote. Tutti danno ciò che hanno. "Tutti si aiutano in un modo o nell'altro", dice Quercus.

Grazie a voi, eccola qui, in ri-partenza, la navicella, ricercatrice multidimensionale, per trovare frasi in pezzi di legno e pensare con le mani.

Non vede l'ora di aprire tutte le sue porte e far ridere i bambini, lasciarli entrare nella storia, con noi, tutti.

Grazie a tutti voi


Ecco qualche imagini dei rubati (e qui [LINK MISSING] trovate qualche immagine del processo di ricostruzione e qui, immagini dei burattini ricostruiti):